A partire dagli anni '50 del '900 sino ad oggi sono state realizzate numerose riproduzioni tridimensionali in cera dei vasi linfatici di vertebrati, quale risultato di ricerche pionieristiche svolte a Parma dalla Scuola Anatomica di Gaetano Ottaviani e Giacomo Azzali. In particolare, gli studi ultrastutturali di Giacomo Azzali hanno fornito la base per lo sviluppo di una originale modalità di ricostruzione ceroplastica.
Secondo questa tecnica, partendo da immagini ottenute al microscopio elettronico a trasmissione di sezioni seriate ultrafini, è possibile allestire un profilo grafico della sezione vasale. Questo è successivamente colorato secondo la disposizione degli elementi endoteliali e trattato come substrato per un procedimento simil-litografico, che utilizza come replicante solido dell'immagine paraffina liquida. Dopo solidificazione del foglio cerato i vari profili vasali vengono isolati dal resto della cera mediante un bisturi e apposti serialmente uno sopra l'altro, sino a riformare la parete tridimensionale del vaso linfatico studiato.
È stato così possibile riprodurre in scala macroscopica l'attraversamento dello spessore della parete vasale da parte di cellule del sistema immunocompetente (linfociti) e cellule tumorali (metastasi). Linfociti e metastasi si fanno strada improntando la singola cellula endoteliale, nello spessore del cui citoplasma "scavano" plasticamente dei canalicoli definiti canalicoli intraendoteliali (freccia in figura), realizzando la così detta intravasazione linfatica (1, 2). Questi canalicoli si richiudono dopo il passaggio dei vari elementi, senza lasciare soluzione di continuità nella parete vasale.
È sorprendente constatare come i canalicoli intraendoteliali ricordino strutture già preconizzate tre secoli prima da Paolo Mascagni, i così detti "pori" vascolari, di cui egli fa menzione nel periodo più tardivo della sua ricerca (3).